lunedì 25 aprile 2011

Nel mare ci sono i coccodrilli di Fabio Geda

Nel mare ci sono i coccodrilli rientra tra i fortunati (e meritevoli) 12 finalisti al Premio Strega. La sua candidatura è stata supportata da Valeria Parrella e Mario Sinibaldi.

"Ecco. Anche se tua madre dice cose come queste e poi, alzando lo sguardo in direzione della finestra, comincia a parlare di sogni senza smettere di solleticarti il collo, di sogni come la luna, alla cui luce è possibile mangiare, la sera, e di desideri - che un desiderio bisogna sempre averlo davanti agli occhi, come un asino una carota, e che è nel tentativo di soddisfare i nostri desideri che troviamo la forza di rialzarci, e che se un desiderio, qualunque sia, lo si tiene in alto, a una spanna dalla fronte, allora di vivere varrà sempre la pena - be', anche se tua madre, mentre ti aiuta a dormire, dice tutte queste cose con una voce bassa e strana, che ti riscalda le mani come brace, e riempie il silenzio di parole, lei che è sempre stata così asciutta e svelta per tenere dietro alla vita, anche in quell'occasione è difficile pensare che ciò che ti sta dicendo sia: Khoda negahdar, addio."


Trama: Prendete un bambino che non sa quando è nato. Immaginate che abbia un sorriso gentile e malinconico e una nutrita dose di ironia, e che intorno ai dieci anni cominci un viaggio verso qualcosa che non conosce, alla ricerca di un posto qualunque in cui crescere. Mettiamo che questo bambino sia nato nella provincia di Ghazni, nel Sud-est dell’Afghanistan, che appartenga all’etnia hazara, quella dai tratti mongolici, perseguitata da pashtun e talebani, e che il suo viaggio lo porti ad attraversare, oltre alla propria nazione, il Pakistan, l’Iran, la Turchia e la Grecia, per trovare, dopo cinque anni spesi in strada tra lavori improbabili, speranze impreviste e momenti drammatici, una casa e una famiglia in Italia. Se questo giovane afghano, che oggi ha vent’anni, avesse voglia di raccontare la propria storia a qualcuno che accetti di scriverla, che sappia farsi permeare dalle sue parole, masticando ricordi nel tentativo di restituirli al lettore con la stessa forza narrativa di un romanzo, rispettandone lo sguardo e le verità, e se incontrasse Fabio Geda, ecco che, allora, il risultato sarebbe questo libro. Un tentativo entusiasta e dialogico di ricucire i pezzi di una vicenda personale, quella di Enaiatollah Akbari, strappati via dagli eventi drammatici della nostra storia recente, tra Medio Oriente e Occidente. Brandelli di voci, di visi, di avvenimenti sparsi nelle stanze della memoria dall’incedere della vita. In un viaggio, cartina alla mano, che Enaiatollah Akbari ripercorre anche quando dimenticare sarebbe più semplice, e che racconta, ri-racconta, soprattutto a se stesso, ma con la speranza che tutti lo ascoltino.

L'autoreFabio Geda nasce a Torino nel 1972. Scrive su La Stampa circa i temi del crescere e dell'educare. Collabora con la Scuola Holden e con il Salone del libro di Torino. Esordisce nel 2007 con il romanzo "Per il resto del viaggio ho sparato agli indiani" edito dalla casa editrice Instar Libri ed è tradotto in Francia e Romania.
Il romanzo viene selezionato per il Premio Strega presentato da Valeria Parrella e Diego De Silva. Si classifica secondo al Premio Stresa di Narrativa. Si aggiudica il premio come Migliore Esordio al Premio Letterario Via Po di Torino, ed è il Migliore Esordio 2007 anche per la redazione della trasmissione radiofonica Fahrenheit che lo mette anche a disposizione in ascolto per non vedenti. Il libro viene anche selezionato dalla città di Cuneo come romanzo da proporre in lettura alle scuole.
Nel 2008 è uscito il secondo romanzo: "L'esatta sequenza dei gesti". Vincitore del Premio Grinzane Cavour e del Premio dei Lettori di Lucca.
In aprile 2010 è uscito il suo nuovo libro Nel mare ci sono i coccodrilli che racconta la storia vera di Enaiatollah Akbari, un giovane fuggito ancora bambino dall'Afghanistan, passato fra vicende estreme e approdato infine a Torino, dove ha ottenuto asilo politico ed è stato affidato a una famiglia che si prende cura di lui. Il libro è stato tradotto in 30 paesi ed è in preparazione un film prodotto da Cattleya.

Recensione:
Leggere una storia e credere sia opera della fantasia di uno scrittore. Continuare a leggerla e viverla come l'avventura di un bambino abbandonato dalla mamma, comprendere che quell'abbandono è per il suo bene, meravigliarsi della forza di quel ragazzino e della sua maturità. Provare stupore di fronte a ciò che deve affrontare, agli sfruttamenti cui è sottoposto, e restare senza fiato durante quel viaggio senza luce, aria, acqua e impossibilità di movimento.
E ancora sentire i primi barlumi di speranza, quando gli viene offerto qualcosa che non si aspetta e che neanche noi lettori ci aspettavamo, azzardare ottimismo verso esempi di bontà, rara ma esistente, e infine.
E infine comprendere che tutto ciò che mi è stato raccontato è solo verità, non è immaginazione, nessun autore con molta (e precisa) fantasia avrebbe potuto immaginare una realtà così dettagliata, così triste e a volte così speranzosa, così dura ma così, inaspettatamente sul finale, anche bella...
Fabio Geda ha saputo raccontarci una storia, la storia di Enaiatollah, come se fosse un racconto lontano, avvenuto in un'altra epoca e in un altro spazio, lasciando che il lettore si sentisse vicino a quel bambino immaginato... solo quando decidiamo di aprire gli occhi, di collegare il cervello e riconoscere quelle immagini così reali e contemporanee, solo allora ci rendiamo conto che quel bambino è qui, nel nostro spazio, e ora, nel nostro tempo, e che siamo solo molto fortunati se ciò che lui ha vissuto non è capitato a noi.

Titolo:  Nel mare ci sono i coccodrilli (Storia vera di Enaiatollah Akbari)
Autore: Fabio Geda
Editore: Baldini Castoldi Dalai Editore
Prezzo: €16,00

Fabio Geda racconta...

1 commento:

  1. Un libro veramente stupendo. A volte non ci rendiamo conto di quanto siamo fortunati e pensiamo sempre che le disgrazie succedano agli altri. Penso che non ritrovare più la mamma al risveglio sia una delle cose più orribili che possano capitare. Inoltre la forza che questo bambino e sottolineo BAMBINO ha avuto è sorprendente. Non penso che io sarei riuscita a fare lo stesso.

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