venerdì 5 ottobre 2012

Recensione: Kayla 6982 di Karen Sandler



Tankborn

Trama:
IL PIANETA LOKA è stato colonizzato da un’élite di terrestri ricchi e spregiudicati, gli unici superstiti di una Terra ormai inabitabile. Fra loro ci sono scienziati senza scrupoli che hanno creato una sub-razza di schiavi da sfruttare biecamente: androidi costituiti da genoma umano e animale, e da circuiti elettrici, che occupano il livello più infimo nel rigido sistema di caste in cui è divisa la società di Loka. Ma queste creature in realtà hanno un cuore, un’etica e una volontà. Sono quasi umani, o forse addirittura troppo umani. Questa è la storia di una di loro, la quindicenne Kayla 6982 che, con l’aiuto dell’amica Mishalla, si lancia in una pericolosa avventura per scoprire le agghiaccianti verità che si celano dietro al piano mostruoso architettato dagli umani. E sul polveroso pianeta Loka, illuminato da due pallidi soli, troverà anche l’amore: un amore proibito e indimenticabile con un umano di alto rango, nipote di un vecchio scienziato... Un romanzo sorprendente, toccante e provocatorio, dove le umiliazioni, la violenza e il razzismo potranno essere sconfitti solo dal coraggio, dalla lealtà e dalla passione.

L'autrice:
KAREN SANDLER prima di diventare un’affermata scrittrice e sceneggiatrice, ha lavorato come ingegnere elettronico nel campo delle comunicazioni satellitari, occupandosi fra l’altro del programma dello Space Shuttle. Vive in California con il marito, tre gatti e un cavallo andaluso. Questo è il suo primo romanzo Young Adult.
Sito dell'autrice: http://www.karensandler.net/

Recensione:
Kayla 6982 è uno di quei romanzi in cui il confine tra un genere narrativo e l'altro è così sottile da non riuscire a catalogarlo esattamente in un determinato settore. Ce l'hanno presentato come distopico. La società sul pianeta Loka ha una divisione rigida in tre gruppi: Puri (umani di alto rango), Impuri (umani di basso rango), NGM (non-umani geneticamente modificati). Non c'è alcuna possibilità di passare da una classe sociale all'altra, non è tollerata alcuna mescolanza tra i tre gruppi. Gli NGM, raggiunti i 16 anni, devono abbandonare famiglie e città per andare a servire, quasi fossero schiavi, le famiglie dei Puri.
Una società con una tale divisione, ovviamente intollerabile per chi occupa l'ultimo gradino della scala gerarchica e non solo, non fa che riportarci alla mente alcuni dei distopici più o meno famosi che abbiamo letto negli ultimi anni. Ma, allo stesso tempo, le descrizioni dell'ambiente, di quel pianeta sconosciuto e delle stesse caratteristiche di questi particolari esseri umani ci immerge in un'atmosfera da romanzo fantascientifico. Ma forse ogni distopico presenta delle caratteristiche tali da chiamare in ballo la fantascienza per costruire un mondo diverso ma credibile, una società nuova ma difficile.
Questo mix si presenta in Kayla 6982 nelle prime cento pagine. Il tentativo dell'autrice di spiegarci nel migliore dei modi come la vita si svolga sul pianeta Loka, caratteristiche e compiti di ogni classe sociale, descrizioni generali e particolari di ciò che è accaduto nel tempo per giungere a quello stato di fatto, riesce - purtroppo - a ottenere un solo obiettivo: lo stordimento del lettore. Troppe informazioni, troppe nozioni che da lì alle prossime cento pagine avremmo sicuramente dimenticato, troppe notizie che si presentano ancora di nessun interesse visto che non si è ancora entrati nel vivo della storia. E se i protagonisti già appaiono in questa prima, confusa parte, noi non li viviamo come nostri amici, non riusciamo ad affezionarci, a capirli, a tifare per loro. Sono degli estranei, e ci stanno anche annoiando.
Questo accade nelle prime cento pagine e più. Il confine non ben definito tra distopia e fantascienza ci distrae e non ci fa capire cos'è che stiamo leggendo.
Da un certo punto in poi, finalmente, le cose cambiano. La narrazione diventa più chiara: sembra che qualcuno ci abbia messo fatto indossare gli occhiali giusti per la lettura, mentre fino al momento prima la nostra vista non era in grado di mettere a fuoco. La storia acquista senso e spessore e il lettore acquista consapevolezza. E inizia a schierarsi naturalmente al fianco degli NGM vessati, soprattutto al fianco di Kayla e Mishalla, separate ma unite da un destino comune e dall'affetto. E iniziamo a sperare che la storia sfoci nella prevedibile ma necessaria ribellione verso l'ordine costituito.
Siamo solo al primo volume di una trilogia, perciò non ci si può aspettare un totale stravolgimento della situazione, ma è sicuramente un ottimo inizio. La storia è farcita dalla nascita di sentimenti d'amore che non sto ad anticiparvi per non rovinare la poesia,  dalla ricerca di sé, dalla distinzione su cosa sia giusto e cosa sbagliato, dalla necessità di scegliere e di schierarsi. Se si ha la pazienza di superare lo scoglio delle prime pagine (abbiatela, questa pazienza: io ero tentata di mollare tutto e abbandonare Kayla a se stessa: sono contenta di non averlo fatto) si entrerà in un romanzo coinvolgente, intenso e profondo. Un primo volume che getta le basi per costruire quella che si spera sarà un'ottima trilogia. Date alla Sandler la sua occasione.


Titolo: Kayla 6982
(Tanborn #1)
Titolo originale: Tankborn
Autore: Karen Sandler
Traduttore: Sara Reggiani
Editore: Giunti Y
Pagine: 496
Isbn: 9788809759817
Prezzo: €12,00
Valutazione: 3 stelline
Data di pubblicazione: 12 Settembre 2012

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